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martedì 4 luglio 2023

LA CASA DEGLI SPECCHI

 o di tutte le giostre su cui sali per gioco e finisci in frantumi.

[Museo storico della giostra]

C'è stato un tempo in cui chi era buono era buono e chi era cattivo era cattivo.

Famiglia di mamma- buoni!
Famiglia di papà-cattivi.

Mio fratello-buono!
Mia sorella-cattiva.

In bibilioteca-buoni!
In sala giochi-cattivi.

Tossici-cattivi! 
E tutti gli altri-buoni. E senza mai sognarsi di dire neanche grazie per questa bella lavata di faccia e di coscienza.

Poi a un certo punto, non saprei dire quando, è successo che quella che credevo  famiglia e casa si è rivelata una giostra e, come le giostre fanno, ha cominciato a girare. Sembrava finanche divertente.
C'erano pur sempre dei punti fermi, dei baluardi di bontà, su cui fissare lo sguardo per non perdere l'orientamento.

E poi basta. I baluardi sono caduti, alcuni se li è portati via il tempo altri la malattia.
Le pareti della giostra si sono rivelati specchi ed hanno cominciato a muoversi sempre più in fretta, senza darti mai il tempo di capire se quel volto distorto dalla rabbia e dal dolore fosse il tuo o quello di tua sorella, di tua madre, di tuo padre o dei tuoi figli.

Ad ogni attacco un'esplosione di schegge. Altro dolore. Senza riuscire a capire se fa più male a te o alla persona che volevi ferire. E allora, nel dubbio, attaccare più forte e più da vicino.

E non c'è niente, niente! che mi ferisca di più della cattiveria dei buoni,
di quelli che non trovano più il tempo, la voglia, la forza o la necessità di rimbiancare il sepolcro,
di quelli che tessono la tela e a un certo punto, ti invitano pure e davanti a una pizza, parlando del più e del meno ma senza lasciarsi scappare l'occasione, tirano su sprezzanti il mento e sparano

"Comunque, nonostante tutto, noi ci siamo tutte realizzate, abbiamo una vita felice...
e jedda, invece, stai cu'e cani!"

Perché la nostra essenza si riveli servono in fondo poche cose, un paio: la stanchezza ed il dolore.


sabato 10 giugno 2023

IO NON MI MERITO

 "Il bene, come l'amore, non va per meriti"

Lo dico spesso ma solo a chi voglio bene.

E forse dico una gran cazzata.

lunedì 1 marzo 2021

DICE IL SAGGIO

 Se uno ti chiama asino e ti offendi, capisco.

Se due ti chiamano asino e ti arrabbi, fai pure.

Se tre ti chiamano asino e ti offendi, ti arrabbi e li mandi pure affanculo, in fondo, non ti posso biasimare.

Ma se altri continuano a chiamarti asino, beh!, allora, caricati la soma in spalla e comincia a ragliare. 



domenica 14 febbraio 2021

MEMENTO 64

 NON ESISTONO PIU' LE NEVICATE DI UNA VOLTA

Quelle che "a scuola gira il morbillo/la rosolia/la varicella/la pertosse/la quinta la sesta e pure la settimapiu'chediminuita malattia. Ma tanto crai *, si ddiu voli, nevica e disinfetta tutto"


*domani, per i diversamente nordici

**e visto che oggi è già domani, dopodomani si dice piscrai

***e visto che chi ha tempo non aspetti tempo dopo-dopodomani si dice piscrilli

venerdì 10 luglio 2020

PECCATO CHE SIA PECCATO

Io me la ricordo Zia Tonina!
Tutte le volte che lo vedeva in televisione, tutte le volte che lo sentiva parlare alla radio,
seduta in punta alla poltrona, ginocchia strette e leggermente rivolte di lato,
volgeva lo sguardo al cielo sbattendo le ciglia, incrociava le mani sul petto e scuotendo veloce e leggera la testa,  con voce ispirata diceva:

" che uomo! che carisma!
 È veramente una brava persona Berlinguer

AHHHH (sospirone...)

Peccato che è comunista!"

lunedì 22 giugno 2020

DA SEMPRE E PER SEMPRE GIOVANE

Essere ragazzina negli anni '80 comportava tutta una serie di accessori per capelli non indifferenti, oltre ad una quantità di lacca extra-strong che buco nell'ozono perdonamichiomaloca.

Mia madre, da poco scongiurato il concerto dei Duran Duran a Cava de' Tirreni, per farmi togliere con le buone il nastro di pizzo alla Madonna, mi comprò un'enorme pinza rossa con attaccati due enormi fiori, tipo un ibrido tra una gerbera gigante ed una stella di Natale.

E fu così che, pinza tra i denti, afferrai la fluente chioma, la raccolsi e zac!
Di tre quarti, davanti allo specchio, mi guardai  e fieramente dissi " Si, come Nilde Iotti!"

domenica 16 giugno 2019

MEMENTO 61

Con l'età, si sa, ti si allarga un po' il culo ma vuoi mettere la consapevolezza?
Sai chi sei!

martedì 21 maggio 2019

CONFITEOR #4

Al suo primo ricevimento scuola-famiglia, Cinciapiccola era talmente convinta di trovare il buffet e pure la musica che aveva preteso di andarci con le scarpette da ballo, quelle di pelle lucida col fiocchetto.

sabato 29 dicembre 2018

È PASSATO NATALE

Ci ho messo un po', un bel po', ma alla fine ce l'ho fatta.
Rubo il post a digitoergosum e rispondo punto punto.
IIstruzioni per l'uso: se avete addosso i vestiti delle feste maneggiate con cura questo post perché il nostro Natale è unto e questo post è intriso di Natalità.

giochi
Tombola poco o niente.
Piattino e sett'e mmezzo moooolto meglio, fa più biscazzieri e i biscazzieri, si sa, sono unti.


fumetti
Fumetti al mare, a Natale libri.
I libri letti a Natale li riconosco dalle impronte di zeppole sulle pagine.
(Oooops SPOILER, ho detto zeppola!)

film
Natale in casa Cupiello.
Sempre.Ogni anno. Da sempre e per sempre.

televisione
Si usa solo per guardare tutte le altre commedie di Eduardo.
Ad oltranza. Senza tregua.

canzone
Dopo baffone e socio che scendevano giù dalla montagna per la novena di Natale niente e nessuno è riuscito a prendere il loro posto.
O zampognari veri, ma veri, pelli e tutto, o niente!


cibo
Ehhhh
Sedetevi. Comodi.

Tradizione vuole che a tavola, per il cenone di natale, ci siano 13 cose.
Mio nonno, che di Natali passati non troppo bene ne ha avuti un po', metteva nella lista pure il sale e l'olio che stavano sulla tavola.
Quando sia successo non si sa, fatto sta che ad un certo punto sul nostro umile desco sono comparse 13 portate.
È tradizione, oh!
Quest'anno mia madre, stufa del solito primo a base di pesce, ha osato con i tortellini in brodo.
E mica se li è fatti portare da Bologna, già che mia sorella scende... no, li ha fatti a mano.
Così mi è toccato friggere quei 4kg di peperoni e quei 40 pezzi di baccalà.
Perché non è Natale senza peperoni e baccalà.
E nemmeno senza zeppole, però quelle se le frigge zia!

luoghi
il mio paesello, la mattina di natale.
Mia mamma in cucina a preparare il pranzo di Natale (si, poi pranziamo pure); noi in pigiama tra il terzo e il quinto piano per recuperare tutti i regali di Babbo Natale che da noi consegna a casa del committente.
E le liti, e le minacce "babbo natale è ancora in zona, se vi sente torna indietro e si ripiglia tutto"

libri
per me i libri sono tutto. mi impongo di leggerne almeno uno a settimana, ma poi non sempre ce la faccio.
Anche perché ultimamente sto scegliendo di quei polpettoni...
Ad esempio, non mi ero mai rifiutata di leggere un libro a Natale, ma "le benevole" l'ho lasciato a milano, ricomincio quando torno.
Le benevole libro del non natale.
Libri di natale l'ho scoperto da grande ma va bene lo stesso, non è mai troppo tardi,
"il vangelo secondo Bif"

videogame
Zero.Negata. Inidonea.

life
Non sono una che rimane incantata dalla magia del Natale. Mi piace l'idea che, per un giorno all'anno, siamo di nuovo tutti a casa (non nego che qualche volta me la sono scappottata allegramente ed altre meno allegramente: ci sono momenti in cui c'è bisogno o voglia di fare altro o di essere altrove e sticazzi se è Natale)
Mi piace la routine del cenone, questa è la verità: cucinare, montare i tavoli, contare le sedie...e i conti non tornano mai!

foto di un natale passato
No, le foto no. È il mio regalo di Natale per voi.

Chi vuole, se vuole, come vuole, può raccontare il suo Natale passato ma anche no.

Oh!

mercoledì 31 ottobre 2018

IPNOTIZZATA

ma perché io non le so fare 'ste cose??

Scusate, sarà la noia, sarà il debito d'ossigeno; son tre giorni ormai che rantolo sul divano.
Un po' di bellezza ci vuole, no?

lunedì 1 ottobre 2018

POTREI MA NON VOGLIO

POTREI dirti subito che il monte ore disponibile per il nuovo anno accademico non è proprio quello dell'anno scorso;
POTREI dirtelo a settembre, in occasione del consiglio docenti, anche se "gli iscritti son talmente tanti che non so come organizzare le ore di matematica";
POTREI dirtelo all'inizio della scuola, quando ti presento un orario provvisorio con la metà delle ore dell'anno precedente;
POTREI dirtelo il giorno dopo a tavola, invece di dirti che è tutto provvisorio, che ti aggiungerò delle ore e ti chiederò qualche pomeriggio per i recuperi;
POTREI dirtelo due giorni dopo quando ti invio un orario definitivo ancora più ridotto;
POTREI dirtelo quando a fronte di una richiesta chiara "ma i pomeriggi ti servono ancora? perché altrimenti io devo cercare di riempirli in altro modo" ti rispondo "facciamo andare a regime l'orario e poi ti dico quanti, ma credo un paio"


Diciamo che avrei potuto dirtelo anche a giugno "Senti Cincia, hai rotto il cazzo!, qua per te non ce n'è"
Diciamo che a giugno, contestualmente, avrei potuto dirti anche che non avevo la possibilità di pagarti l'ultima mensilità fuori contratto e che te l'avrei liquidata appena possibile (a settembre!)

PS: Non è che mi sono rincoglionita, sono proprio cogliona.
Lo so che avrei DOVUTO sottolineare a giugno il mancato pagamento, è che ho pensato "se non mi paga è perché non può. Poiché  è sicuro che mi pagherà, perché mettere una persona nelle condizioni di dover ammettere e spiegare una difficoltà? Posso aspettare fino a settembre"

Sul perché sia lecito, al contrario, mettermi in una situazione di difficoltà senza neanche darmi la possibilità di pararmi il culo altrove, non ho ancora trovato valide risposte (escludendo la coglionaggine sconfinata di cui sopra!).
Si accettano suggerimenti.
Senza fretta...facciamo prima andare a regime il post!

lunedì 24 settembre 2018

MEMENTO 59

Non porre domande se non sei disposto ad accettare le risposte.

A mia nipote che, dopo aver trasformato il salotto in un parcour di tappeti e teli e ostacoli, volteggiava esibendosi in capriole e carpiati che madonnina proteggila, ho chiesto:

"Sai che io volevo fare acrobatica con le bande elastiche? Mi piacerebbe volteggiare nell'aere...
Tu che sei così brava, guardami bene e dimmi, secondo te, che disciplina acrobatica mi si addice?"
...
(segue silenzio, pesante come un macigno)
...

 "Davanti alla televisione,
a guardare peppa pig."

Per la serie "prendi e porta a casa"
(E la prossima volta taci)

mercoledì 6 giugno 2018

DA GRANDE FARO'...

Il ministro dell'economia!

C'era una volta una piccola Cincia, o una Cincia piccola, che passava i suoi giorni, o gran parte dei suoi giorni, a casa di zia, o meglio sarebbe dire prozia.

Coccolata, viziata, accudita, strapazzata, spupazzata, passata di abbraccio in abbraccio per tutte le case del vicinato, ogni pomeriggio chiedeva il gelato.

La Cincia chiedeva e la zia rispondeva.
La risposta era sempre si ma ogni volta si doveva passare dal "Non si chiede. Non si chiedono i soldi. Io sono povera i soldi non ce li ho"

Un bel giorno zia e nonna sedute vicino al fuoco, la Cincia in giro per la stanza, cinquemila lire lasciate sul tavolo.
Un solo principio, un solo criterio: la congruenza!
La Cincia prende le cinquemila lire dal tavolo e serenamente le butta nel fuoco.

La zia ha chiesto " perché?" e la Cincia ha risposto:
"Ma voi siete povere, soldi non ne potete avere"


domenica 8 aprile 2018

MEMENTO 56

Se non vuoi essere considerato alla stregua di un maiale aspira a qualcosa in più del saper grugnire.

martedì 13 marzo 2018

ITALIANIIIII

La trasmissione radiofonica di oggi per dare voce all'associazione "mamme dei cervelli in fuga"

La prima cosa che ho pensato?
"Noooooooo"
La seconda?
"Ma che davero?"
La terza?
"Da quanti anni è morto Massimo Troisi?"

Per carità, non voglio fare i conti in tasca a nessuno. Non voglio contare né i soldi spesi in viaggi -di andata/andata e ritorno/andata e ritorno ché ti veniamo a trovare noi per Pasqua- né quelli spesi in clinex per asciugare le lacrime; non voglio contare i soldi spesi per mandare I PACCHI, tanto meno quelli spesi per sperimentare "le ricette in fuga".

Sarà che le strade che portano a me seguono percorsi tortuosi.
Il mio bisnonno è nato in Brasile. 
Non vi entusiasmate, niente geni esotici per la Cincia: il mio bis-bisnonno doveva partire e col cavolo che la mia bis-bisnonna lo lasciava partire da solo. Non si dovevano dire belle cose delle brasiliane neanche nella lucania di fine '800.
Dopo essere tornato in patria con tutta la famiglia, non pago e non domo -ma soprattutto non pago, evidentemente!- il mio bisnonno è ripartito per il Venezuela prima, per Panama poi. 
Commerciante di riso tra Panama e Santiago  Non credo per amor del riso anche se, pare ci sia stata un'amante cinese...
La fonte di queste informali informazioni? Un amico di famiglia, un secondo padre di una seconda famiglia, quella che mi sono scelta a completare la mia, anche lui emigrato a Panama con i due fratelli: venditori d'oro porta a porta. Bizzarra occupazione, non trovate?

Anche il mio prozio è emigrato a Panama, perché il padre lo ha preteso prima, perché quando ha provato a rientrare non è riuscito a restare poi. La mia bisnonna ha venduto la casa della bis-bisnonna e gli ha pagato il secondo biglietto per l'America.
Non vi entusiasmate, niente eredità da sogno per la Cincia: il mio prozio è tornato in Italia ormai vecchio ed alcoolizzato quando io ero poco più di una bambina. La prima cosa che ha fatto? Comprare un profumo per quella che era stata la sua fidanzata e che, come lui, non si era mai sposata.

La sorella della mia bisnonna è partita per l'Argentina, ma non credo sia mai tornata. Anzi no, è tornata una sola volta e dicono si sia portata da BuenosAires anche i piatti e le padelle per paura di non trovarne e non poter mangiare.

Il fratello di mio nonno è partito per l'America nonostante il padre, anche lui mio bis-bisnonno, fosse profondamente contrario.Tanto contrario che il suo saluto fu "da oggi non ho più un figlio". Tanto contrario che, ormai quasi in punto di morte, a mio nonno che gli diceva "papà guarda che tu hai un altro figlio" lui rispondeva truce "io di figli ne ho solo due". Di lui sono certa: non è più tornato.

Il mio papà, prima ancora di venire a lavorare e conoscere mia madre e poi sposarla e farci dei figli, è venuto al paesello per frequentare le scuole medie: anni 11, in convitto, senza possibilità di tornare a casa nel fine settimana (se non avete idea di che cosa sia oggi muoversi con i mezzi pubblici in basilicata non provate neanche ad immaginare come potesse essere farlo negli anni '50, lo dico per voi!).
Siccome era bravo, molto bravo, siccome il direttore del convitto si era raccomandato di non riportarlo in campagna a lavorare ma di farlo studiare, mia nonna gli ha cucito un materasso di lana, gli ha cotto un pane da tre chili e una valanga di uova sode, gli ha caricato il tutto sulle spalle ed ha caricato lui e il tutto su un autobus: anni 14, a pensione, senza possibilità di tornare a casa nel fine settimana (se non avete idea di che cosa sia oggi muoversi con i mezzi pubblici dalla basilicata alla campania non provate neanche ad immaginare come potesse essere farlo negli anni '50-'60, lo dico per voi!)

Io ho imboccato quasi la stessa strada ma al contrario, la stessa fondovalle degli anni '50 ma ampliata e ben asfaltata. Per fare il liceo che volevo senza dover prendere l'autobus tutte le mattine alle 6 (cosa che poi mia sorella ha fatto e con lei gli altri, chiedete a mia madre perché non io) mi hanno trasferita: anni 13, a casa della zia, mio padre veniva a prendermi tutti i sabati e poi mi riportava tutte le domeniche sera o i lunedì mattina. Suona bene, eh?
Siccome l'unica cosa che ho sempre voluto è stata andarmene  (anche adesso, già), sebbene all'inizio non l'avessi presa benissimo questa sorta di esilio, ho imparato ad apprezzare questa prova tecnica di allontanamento.
Ed ho imparato bene ad allontanarmi, a sognarmi e proiettarmi altrove.

Nell'altrove in cui sono adesso succede che l'Università Bicocca di Milano organizzi, con cadenza annuale, appuntamenti rivolti ai genitori per riflettere insieme su come accompagnare le scelte di studio dei propri figli.



domenica 11 giugno 2017

MALINCONICO POST

Lo conoscete voi a Vincenzo Malinconico?
No?
Mi dispiace assai, peccato!

Io ci ho passato più o meno quattro settimane. Il tempo di leggere i libri -tre per l'esattezza- e di rileggerne due su tre
(perché il primo, non sapendo, me lo sono goduto pagina per pagina. Con gli altri due, ingorda, mi ci sono fatta un sonoro abboffatone dicendomi "Tanto poi te li rileggi con calma. Mo però non ti distrarre, leggi, vai avanti. E muoviti").

Poiché qualcuno si è preso la briga di dire che "l'attesa del piacere non è forse essa stessa il piacere?" io, che sono di indole gentile, mi sono presa la briga di verificare mettendo un altro libro tra il primo e il secondo. Praticamente un sorbetto, o quasi; superfluo, demodé, potenzialmente indigesto oltre che fuori posto perché da che mondo è mondo il sorbetto si colloca tra il secondo di carne e quello di pesce.
Tra il primo e il secondo il sorbetto non ci sta.
E infatti l'ho lasciato quasi tutto. Dopo i primi due/tre capitoli scucchiaiati a forza si, l'ho lasciato. OH!

Si vede che a me 'sta procrastinazione ossessiva del piacere non mi si confà.

Sto divagando. Sarà per questo che mi piace Malinconico, pure lui divaga. Uh se divaga.
Tipo, avete presente quando clicchi sul contenuto di una cartella e non sai come dai l'OK a  "apri tutti i files"?
Ecco: lo schermo ti si riempie di fogli virtuali sovrapposti che tu cerchi di chiudere e invece no, loro sono troppi per un solo mouse e quindi finisce che ogni click ne mette in evidenza uno, come pescar dal mazzo.

Sto divagando. Perché in origine mica vi volevo parlare di Malinconico.
Malinconico è la scusa, è l'antefatto, è la mia divagazione numero zero.
Rumore, Sex & Raffa, La porta avanguardistica del "chissà se va" le sue numero uno, due e tre.
E non si può restare a file spenti difronte a quel gran genio della Raffa.
Così anch'io comincio a divagare, per l'esattezza Ricomincio da tre!

E' un attimo che mi ritrovo in cucina, all'ora di pranzo a casa di Giannino e Peppina.
E allora so che è domenica. Di che anno, con precisione, non so ma di sicuro non oltre l'ottantotto.
In televisione il TG o TGL'una? mostrano, niente di meno, la Raffa Nazionale in udienza dal papa.
Non so come dire ma nonmenepotevafregaredimeno mi sembra piuttosto adeguato.
Ero distratta, sicuro. Giannino no. Ha visto tutto il servizio poi si è alzato da tavola e prima di franare sulla poltrona ha esclamato lapidario "'sta schifosa!" (mi raccomando la pronuncia della sch, è importante)
E mi sa che ancora ero distratta quando è arrivato Malinconico e click, ha aperto il file.
Quel gran genio della Raffa, che non si è mai sposata, si è presentata con il compagno alla sua destra, l'ex compagno alla sua sinistra, un maschio umano ridotto a un pupazzo alla sinistra della sua sinistra...difronte al Papa.

Quel gran genio della Raffa!!!

PS: E compratevela la trilogia di Malinconico!
Arrangiati, Malinconico di Diego de Silva

Non pensavo che a Napoli esistessero dei Diego prima dell'avvento di Maradona. Per dire.



lunedì 6 febbraio 2017

TAMARREIDE NUMMERO "B!"

Perché ogni promessa è un debito.
Avevo promesso che avrei scritto una puntata per ogni concerto, per accompagnare il Maestro nella sua conquista dell'Italia.
Peccato che le date fossero un po' ravvicinate,
"peccato" che io in quel periodo stessi lavorando  (sempre a sprazzi, ma più si che no, diciamo così)
peccato che non c'è niente come fissar scadenze per minare il campo dove fioriscono i miei buoni propositi.
Ciò detto saldo il debito con un pagamento a quasi 60gg il che fa di me una splendida pagatrice. (Ditelo ad Equitalia, mi raccomando. Dovessi mai aver problemi un giorno, non si sa mai!)
E lo saldo accompagnando il Maestro nella sua conquista dell'EUROPA!

Ebbene si: LONDRA è caduta e ne ho le prove

Allora, ho perso il segno, dov'ero rimasta? ah, ci sono!Tortora/Praia a Mare anni '80/'90

Ho visto i miei vicini avvicinarsi da lontano, li ho accolti al grido di "Papà papà guarda: la processione". Niente madonne da far salpare al tramonto, tra inni di giubilo, su barche multicolori ricolme di fiori; solo una lunga colonna di auto che apriva la strada all'ammiraglia, quella che portava sul tetto il pezzo più sacro: a poltrona r'a nonna!

Terrore negli occhi di mio padre, panico e paura negli occhi di mia madre e mia zia, tentativo scomposto di fuga dei miei prozii (perché, a conti fatti, manco noi scherzavamo in quanto a vacanze in compagnia).
Io li ho amati, subito! E sono stata ricambiata! A loro devo molto, sono loro che mi hanno insegnato che un altro modo (e dico modo) è possibile, anche se, con un po' di moderazione è meglio.

Veniamo al sodo, il tema del giorno è: IL CIBO
Il tamarro non mangia, il tamarro si abboffa con grande soddisfazione, a qualsiasi ora del giorno e della nottte.
Non che noi fossimo a dieta, è che per i miei il contegno è valore.
Ai giovani tamarri, in spiaggia, gliel'accattavano la "fella di cocco"
A NOI NO!"ma chissà con che acqua la sciacquano"
Ai giovani tamarri, la domenica pomeriggio,in spiaggia, a merendina (dopo tutta la merce che si erano sfrattati a pranzo), la nonna gliele accattava le "graffe"
A NOI NO!" ma chissà con che olio scadente, uso e riuso, sono state fritte"

Durante le cene con gli amici del mare A NOI BAMBINI (mmmmm e non vi dico quanto odiavo 'sta cosa dei bambini!) prima ci davano le pizze fritte, poi gli spaghetti con le vongole e solo dopo, infami, uscivano l'impepata di cozze "tanto i bambini hanno già mangiato!"
Ribadisco: infami!
Se non fosse che a me le cozze mi sono sempre piaciute assai...
nel mio piatto ne arrivavano 3 ( e dico tre) "perché ai bambini le cozze fanno male!!!!"
contrattando potevo arrivare fino a 5.
Si, le cozze a casa mia vanno dispari...come le rose.

Se non fosse che, una sera, mi bastò girare l'angolo della casa per affacciarmi sul dehors dove servivano la cena i miei amati e scoprire, con mia grande meraviglia, che loro le cozze " e ccacciavanu cu 'a conca*"

Ho stampata nella mente l'immagine, ni-ti-da, di me in punta di piedi, con gli occhi sgranati, la mascella pendula, e le manine attaccate alla rezza**
Alla mia vista, i vicini, devono essersi molto preoccupati tant'è che il signore tamarro mi ha guardata, è venuto verso di me, e subito mi ha chiesto
"ma hai mangiato???"
"si", ho detto io "ma mamma le cozze così non me le dà"
"e come te le dà?????" ha detto lui
"mamma me ne dà 3" ho risposto io
"3????????"  credo di averlo sconvolto. Non credo che fino a quel momento avesse mai valutato nemmeno lontanamente la possibilità di contare le cozze.
"ma vieni a mangiare con noi" ché non si dica che il signore tamarro peccasse in generosità
"no,grazie, non posso" ho detto io
"ti vengo a prendere io?" ha detto lui
"no, grazie, mamma non vuole" ho detto io
"ti mando a mia figlia?" ha detto lui, incalzate
"no, grazie, mamma non mi manda" ho detto io
"ti mando a piglia' r'a  nonna?" ha detto lui, sempre più incalzante
"no, è che poi mamma quando torno si arrabbia di più" ho detto io

"E allor' aspiett"
E fu così che il signore mi proscette*** le cozze da sotto la rezza**
Prontamente sradicata per l'occasione, ça va sans dire.

Sempre grata!
Perché da quel giorno so che che un altro modo (e ridico modo) è possibile, anche se, con un po' di moderazione, forse, è meglio.


*dicesi conca il catino -di svariate misure ma comunque più è grande e più fa conca- blu con i doppi manici
**dicesi rezza la rete metallica o in pplastica utilizzata generalmente per delimitare una proprietà
***dal verbo proscere, porgere (e dai che è facile, si capisce su!)

mercoledì 16 novembre 2016

DAI CHE C'E' IL SOLE





Dai che c'è il sole,
dai che l'aria è fresca,
c'è un bel venticello.

La giornata ideale per tornare qua, aprire le finestre, aerare i locali prima di tornare a soggiornarci.

Prima che tutto vada a scatafascio.
Prima di ritornare quando l'ispirazione, gli astri, la cabala, i fondi del caffé  indicano propizio il momento e scoprire che si è ridotto tutto in polvere.


giovedì 23 aprile 2015

DI PONTI, DI CANOE, FARFALLE E CAVALLI

di sangue e pelle e di mille altre cose, visibili e invisibili, tutte drammaticamente possibili.

"Le parole stabili hanno la debolezza della loro stabilità.
Per ogni affermazione chiara è pronto un equivoco.

Certe parole illuminano come lampi sull'acqua. Quando vengono scritte cambiano pericolosamente natura. La scrittura sbroglia la matassa che diventa più lineare e meno veritiera.
L'esperienza, invece, è contiguità di azioni, di prospettive simultanee. Quando si agisce, si è contemporaneamente presenti a diversi livelli di organizzazione.
[...]
Le loro parole volevano essere ponti fra la pratica e la teoria, fra l'esperienza e la memoria, fra gli attori e gli spettatori, fra se stessi e gli eredi. Ma non erano ponti, erano canoe.

Le canoe lottano leggere con la corrente, attraversano il fiume, possono approdare all'altra sponda, ma non si può mai essere sicuri di come il loro carico verrà accolto ed utilizzato.
[...]
Le canoe navigano le correnti dei malintesi. Vorrebbero essere pagine stabili di libro e sono invece lettere che non sappiamo se e quando giungeranno a destinazione, né come verranno intese se verranno lette, e da chi, "

[E. Barba]

mercoledì 1 aprile 2015

PENELOPE ALLA GUERRA

FARE è uno stato attivo. E' un'affermazione positiva. Ho il pieno controllo e procedo verso uno scopo o una speranza o un desiderio. Non c'è paura. nei termini di una relazione, va tutto bene, tutto è tranquillo. Sono una buona madre. Sono generosa e premurosa -sono colei che dà, colei che provvede. E' il "Ti amo", qualunque cosa accada.

DISFARE è sfasciare. Il tormento che le cose non siano a posto e l'angoscia di non sapere che fare. Nel tentativo di trovare una risposta, può aversi una distruzione totale, oppure una terribile violenza, digradante in depressione. Si resta immobili di fronte al montare della paura E' la vista del fondo del pozzo. Nei termini di una relazione con gli altri, ci è rifiuto totale e distruzione. E' il ritorno del rimosso. Getto via le cose, le rompo, i rapporti sono spezzati, Sono la cattiva madre. E' la sparizione dell'oggetto amato. La colpa spinge ad una profonda disperazione e passività. Ci si ritira nella propria tana per elaborare una strategia, riprendersi, riorganizzarsi.

RIFARE significa che è stata trovata una soluzione al problema. Può non essere la risposta definitiva, ma c'è un tentativo di andare avanti. Ci vedi più chiaro. Sei di nuovo attivo. Hai ritrovato fiducia. Nei rapporti con gli altri, riparazione e riconciliazione sono state raggiunte, Le cose sono tornate alla loro normalità. C'è di nuovo speranza e amore

[Louise Bourgeois]



Perché il plasmare, il trovar forma, per me è un viaggio etico e non estetico.