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martedì 4 luglio 2023

LA CASA DEGLI SPECCHI

 o di tutte le giostre su cui sali per gioco e finisci in frantumi.

[Museo storico della giostra]

C'è stato un tempo in cui chi era buono era buono e chi era cattivo era cattivo.

Famiglia di mamma- buoni!
Famiglia di papà-cattivi.

Mio fratello-buono!
Mia sorella-cattiva.

In bibilioteca-buoni!
In sala giochi-cattivi.

Tossici-cattivi! 
E tutti gli altri-buoni. E senza mai sognarsi di dire neanche grazie per questa bella lavata di faccia e di coscienza.

Poi a un certo punto, non saprei dire quando, è successo che quella che credevo  famiglia e casa si è rivelata una giostra e, come le giostre fanno, ha cominciato a girare. Sembrava finanche divertente.
C'erano pur sempre dei punti fermi, dei baluardi di bontà, su cui fissare lo sguardo per non perdere l'orientamento.

E poi basta. I baluardi sono caduti, alcuni se li è portati via il tempo altri la malattia.
Le pareti della giostra si sono rivelati specchi ed hanno cominciato a muoversi sempre più in fretta, senza darti mai il tempo di capire se quel volto distorto dalla rabbia e dal dolore fosse il tuo o quello di tua sorella, di tua madre, di tuo padre o dei tuoi figli.

Ad ogni attacco un'esplosione di schegge. Altro dolore. Senza riuscire a capire se fa più male a te o alla persona che volevi ferire. E allora, nel dubbio, attaccare più forte e più da vicino.

E non c'è niente, niente! che mi ferisca di più della cattiveria dei buoni,
di quelli che non trovano più il tempo, la voglia, la forza o la necessità di rimbiancare il sepolcro,
di quelli che tessono la tela e a un certo punto, ti invitano pure e davanti a una pizza, parlando del più e del meno ma senza lasciarsi scappare l'occasione, tirano su sprezzanti il mento e sparano

"Comunque, nonostante tutto, noi ci siamo tutte realizzate, abbiamo una vita felice...
e jedda, invece, stai cu'e cani!"

Perché la nostra essenza si riveli servono in fondo poche cose, un paio: la stanchezza ed il dolore.


mercoledì 9 settembre 2020

SHALL WE DANCE?

 

[Massimo Murru, ovvero la bellezza scesa in terra]

Dance training can't be separated from life training.

Everything that comes into our lives is training.

The qualities we admire in great dancers are the same qualities we admire in human beings: honesty, courage, generosity, wisdom, depth, compassion and humanity.

[Alonzo King]


Immagina, puoi, di:

sostituire danza con una qualsivoglia forma d'arte o disciplina sportiva, perché no;

sceglier con cura, senza fretta, ognuno per sé, la performance più rappresentativa;

raccogliere i materiali ed inviarli a Giovanni Maddaloni con la preghiera di recapitarli personalmente  a Massimo Gramellini.



sabato 28 settembre 2019

SCIÓ

"Qualsiasi via è solo una via, e non c’è nessun affronto, a sé stessi o agli altri,
nell’abbandonarla, se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare.
Esamina ogni via con accuratezza e ponderazione.
Provala tutte le volte che lo ritieni necessario.
Quindi poni a te stesso, a te soltanto, una domanda: questa via ha un cuore?
Se lo ha, la via è buona.
Se non lo ha, non serve a niente.
"

[C. Castaneda]

Abbandonare, non scappare.

Scegliere, non provare.
Un passo dopo l'altro, a piccoli passi, fuori da lì, verso me.

No no no, fanculo la direzione ostinata e contraria, fanculo!






lunedì 1 ottobre 2018

POTREI MA NON VOGLIO

POTREI dirti subito che il monte ore disponibile per il nuovo anno accademico non è proprio quello dell'anno scorso;
POTREI dirtelo a settembre, in occasione del consiglio docenti, anche se "gli iscritti son talmente tanti che non so come organizzare le ore di matematica";
POTREI dirtelo all'inizio della scuola, quando ti presento un orario provvisorio con la metà delle ore dell'anno precedente;
POTREI dirtelo il giorno dopo a tavola, invece di dirti che è tutto provvisorio, che ti aggiungerò delle ore e ti chiederò qualche pomeriggio per i recuperi;
POTREI dirtelo due giorni dopo quando ti invio un orario definitivo ancora più ridotto;
POTREI dirtelo quando a fronte di una richiesta chiara "ma i pomeriggi ti servono ancora? perché altrimenti io devo cercare di riempirli in altro modo" ti rispondo "facciamo andare a regime l'orario e poi ti dico quanti, ma credo un paio"


Diciamo che avrei potuto dirtelo anche a giugno "Senti Cincia, hai rotto il cazzo!, qua per te non ce n'è"
Diciamo che a giugno, contestualmente, avrei potuto dirti anche che non avevo la possibilità di pagarti l'ultima mensilità fuori contratto e che te l'avrei liquidata appena possibile (a settembre!)

PS: Non è che mi sono rincoglionita, sono proprio cogliona.
Lo so che avrei DOVUTO sottolineare a giugno il mancato pagamento, è che ho pensato "se non mi paga è perché non può. Poiché  è sicuro che mi pagherà, perché mettere una persona nelle condizioni di dover ammettere e spiegare una difficoltà? Posso aspettare fino a settembre"

Sul perché sia lecito, al contrario, mettermi in una situazione di difficoltà senza neanche darmi la possibilità di pararmi il culo altrove, non ho ancora trovato valide risposte (escludendo la coglionaggine sconfinata di cui sopra!).
Si accettano suggerimenti.
Senza fretta...facciamo prima andare a regime il post!

giovedì 19 aprile 2018

MEMENTO 57

Amica cara, fatti li cazzi tua.

Se rilevi un problema, se dichiari il problema, la causa del problema sei tu.
Punto.

Finché non lo nomini il problema non esiste.
Impara, cogliona!
E taci cazzo, taci.

martedì 13 marzo 2018

ITALIANIIIII

La trasmissione radiofonica di oggi per dare voce all'associazione "mamme dei cervelli in fuga"

La prima cosa che ho pensato?
"Noooooooo"
La seconda?
"Ma che davero?"
La terza?
"Da quanti anni è morto Massimo Troisi?"

Per carità, non voglio fare i conti in tasca a nessuno. Non voglio contare né i soldi spesi in viaggi -di andata/andata e ritorno/andata e ritorno ché ti veniamo a trovare noi per Pasqua- né quelli spesi in clinex per asciugare le lacrime; non voglio contare i soldi spesi per mandare I PACCHI, tanto meno quelli spesi per sperimentare "le ricette in fuga".

Sarà che le strade che portano a me seguono percorsi tortuosi.
Il mio bisnonno è nato in Brasile. 
Non vi entusiasmate, niente geni esotici per la Cincia: il mio bis-bisnonno doveva partire e col cavolo che la mia bis-bisnonna lo lasciava partire da solo. Non si dovevano dire belle cose delle brasiliane neanche nella lucania di fine '800.
Dopo essere tornato in patria con tutta la famiglia, non pago e non domo -ma soprattutto non pago, evidentemente!- il mio bisnonno è ripartito per il Venezuela prima, per Panama poi. 
Commerciante di riso tra Panama e Santiago  Non credo per amor del riso anche se, pare ci sia stata un'amante cinese...
La fonte di queste informali informazioni? Un amico di famiglia, un secondo padre di una seconda famiglia, quella che mi sono scelta a completare la mia, anche lui emigrato a Panama con i due fratelli: venditori d'oro porta a porta. Bizzarra occupazione, non trovate?

Anche il mio prozio è emigrato a Panama, perché il padre lo ha preteso prima, perché quando ha provato a rientrare non è riuscito a restare poi. La mia bisnonna ha venduto la casa della bis-bisnonna e gli ha pagato il secondo biglietto per l'America.
Non vi entusiasmate, niente eredità da sogno per la Cincia: il mio prozio è tornato in Italia ormai vecchio ed alcoolizzato quando io ero poco più di una bambina. La prima cosa che ha fatto? Comprare un profumo per quella che era stata la sua fidanzata e che, come lui, non si era mai sposata.

La sorella della mia bisnonna è partita per l'Argentina, ma non credo sia mai tornata. Anzi no, è tornata una sola volta e dicono si sia portata da BuenosAires anche i piatti e le padelle per paura di non trovarne e non poter mangiare.

Il fratello di mio nonno è partito per l'America nonostante il padre, anche lui mio bis-bisnonno, fosse profondamente contrario.Tanto contrario che il suo saluto fu "da oggi non ho più un figlio". Tanto contrario che, ormai quasi in punto di morte, a mio nonno che gli diceva "papà guarda che tu hai un altro figlio" lui rispondeva truce "io di figli ne ho solo due". Di lui sono certa: non è più tornato.

Il mio papà, prima ancora di venire a lavorare e conoscere mia madre e poi sposarla e farci dei figli, è venuto al paesello per frequentare le scuole medie: anni 11, in convitto, senza possibilità di tornare a casa nel fine settimana (se non avete idea di che cosa sia oggi muoversi con i mezzi pubblici in basilicata non provate neanche ad immaginare come potesse essere farlo negli anni '50, lo dico per voi!).
Siccome era bravo, molto bravo, siccome il direttore del convitto si era raccomandato di non riportarlo in campagna a lavorare ma di farlo studiare, mia nonna gli ha cucito un materasso di lana, gli ha cotto un pane da tre chili e una valanga di uova sode, gli ha caricato il tutto sulle spalle ed ha caricato lui e il tutto su un autobus: anni 14, a pensione, senza possibilità di tornare a casa nel fine settimana (se non avete idea di che cosa sia oggi muoversi con i mezzi pubblici dalla basilicata alla campania non provate neanche ad immaginare come potesse essere farlo negli anni '50-'60, lo dico per voi!)

Io ho imboccato quasi la stessa strada ma al contrario, la stessa fondovalle degli anni '50 ma ampliata e ben asfaltata. Per fare il liceo che volevo senza dover prendere l'autobus tutte le mattine alle 6 (cosa che poi mia sorella ha fatto e con lei gli altri, chiedete a mia madre perché non io) mi hanno trasferita: anni 13, a casa della zia, mio padre veniva a prendermi tutti i sabati e poi mi riportava tutte le domeniche sera o i lunedì mattina. Suona bene, eh?
Siccome l'unica cosa che ho sempre voluto è stata andarmene  (anche adesso, già), sebbene all'inizio non l'avessi presa benissimo questa sorta di esilio, ho imparato ad apprezzare questa prova tecnica di allontanamento.
Ed ho imparato bene ad allontanarmi, a sognarmi e proiettarmi altrove.

Nell'altrove in cui sono adesso succede che l'Università Bicocca di Milano organizzi, con cadenza annuale, appuntamenti rivolti ai genitori per riflettere insieme su come accompagnare le scelte di studio dei propri figli.



lunedì 12 febbraio 2018

POTREI STUPIRVI CON EFFETTI SPECIALI

E, invece, mi sa che mi limiterò a scodellarvi in fretta e furia sto gran minestrone di pensieri, di post in attesa di essere elaborati, di idee in salamoia che tra un po' fanno la muffa.
Chiedo venia.

Per eventuali intossicazioni non ve la prendete con me, io ve l'ho detto subito che la materia prima in sé non sarebbe neanche male, peccato che non è freschissima.

Mi stimo quando riesco a vendermi bene. Uffffff

Premesso che più passano i giorni, più gli esami di idoneità/maturità dei miei adorati virgulti si avvicinano, più perdo le speranze ma soprattutto la fiducia nell'umanità.
Ci siamo tutti su questo gran carrozzone che punta dritto dritto verso il baratro:
ci son gli adolescenti, i giovani adulti, gli adulti -i genitori, i docenti, i docenti in pensione- solo non si vedono i due liocorni, (che evidentemente sono gli unici veramente svegli, loro al cortese invito hanno risposto "col cazzo").
L'ultimo a salire va per i settanta, capello riccio, semilungo, baffetto ispido, coppoletta e giubbino di panno, pantaloni di fustagno, alito in naftalina. Deve fare le ore di recupero pomeridiane ai ragazzi, cercare di "colmare le lacune".
In Calabria ho visto che fanno così: Apri un cantiere, cominci a scavare per gettare solide fondamenta per qualcosa che quando ci sarà sarà sicuramente meraviglioso, trovi un vuoto/voragine e, per evitare la sospensione dei lavori da parte delle belle arti, fai una bella gettata di cemento e alla lacuna non ci pensi più.
Ho provato a dire al preside che conosco un tizio che ha una bella e capiente betoniera di proprietà ma lui non ha capito o non ha voluto capire.
Nonostante io finisca alle 14 mi fermo per parlarci, mi sembra cosa buona e giusta, oltre al fatto che spero sempre in un miracolo, in qualcuno che davvero sappia fare una magia.
Chissà perché nel mio immaginario anziano è sinonimo di esperienza, equilibrio, generosità.
Sta di fatto che (alle 16.30!) per 15minuti mi parla di quello che ha fatto, di come lo ha fatto, del perché lo ha fatto. E poi mi dice che lui ha insegnato per aaaaanni, ha anche scritto un libro sullo studio di funzione (ma daiiiiiii, e come ti è venuta questa idea? non si era mai mai mai visto prima un libro sullo studio di funzione).
Ha scritto un libro, amore. E quelli non sanno leggere. Amore.
Ed io non so se ridere o se piangere.
Su questo gran carrozzone che, come dicevo, punta dritto dritto verso il baratro mi sa mi sa che lui vuole giocare a chi arriva prima. Con me.
Prego, dopo di lei!

Vado, ceno e torno.
Baci.



sabato 28 ottobre 2017

SOPRA TUTTO

SOPRASSATURA

Vedi Cincia che succede a rimandare a domani quello che avresti dovuto fare ieri e pure l'altro ieri e via via così, di ventiquattr'ore in ventiquattr'ore sino all'inizio dell'estate?
Ho sempre odiato le numerazioni.
Soprattutto quelle all'incontré (non siete pratici di quadriglie cumannate? ajajajajjjjj
non disperate, ve ne parlerò magari domani. ah!)
Si fanno ancora a scuola le numerazioni? Boh!
A giudicare dal fatto che i miei alunni non sanno contare e non sanno nemmeno le tabelline direi di no.
Ohoh, giusto, mi sa che voi non sapete ancora niente.
Apro una parentesi (una più una meno, cosa vuoi che sia, visto che da un mese non faccio altro) così vi aggiorno.
Da un mese, esatto esatto, la Cincia insegna Matematica e Fisica...quelle 27 ore a settimana che non si negano a nessuno se, quello che vuoi, è prendere qualcuno e mandarlo completamente fuori di testa.
SONO UDITIVAMENTE SOPRASSATURA
Sei, otto ore al giorno a parlare, ad ascoltare, a parlare sperando di essere ascoltata, a parlare cercando di sovrastare il rumoreggiare della folla non spingendo sul volume ma caricando sull'intensità e sulla densità.
Decibel che si sommano, logaritmi che fischiano, onde onde onde che rimbalzano intrappolate nella mia povera e dolorante scatola cranica e mi mandano in risonanza gli emisferi e tutti gli umori cerebrali.

Ed è così che le mie amate bestiole calamitano ogni mia attenzione, assorbono ogni mia energia vitale dissipandola in mille volute di fumo -a volte anche particolarmente aromatico devo dire...- e rivoli di ormoni (loro!).
Sia mai che gli venga in mente di concentrarle in una bella, elegante, funzione trascendente disegnata delicatamente, ma con mano ferma, su un bel foglio bianco. Pure i gessetti colorati gli ho comprato!
E comunque  a voi lo posso dire, la mia è anche invidia. Non sono mai riuscita a fregarmene della scuola, della bellezza della matematica, del senso del dovere e dell'orizzonte effimero dell'eccellenza.
E già che sono in vena di confessioni 'sta schiavitù del dover eccellere, mica per alimentare sogni di gloria, magari, "solo" per meritarmi di essere voluta bene. Poveri ormoni (miei!).
Ma è inutile piangere sugli ormoni versati.
Soprattutto mentre le mie amate bestiole son lì che sorpassano da destra, in penna, in tre sul motorino, tutte le cose che in fila per uno, in rigoroso silenzio, aspettavano di essere raccontate.

Con permesso mi assenterei un attimo:
sedo la rissa all'ingresso, ricarico il rotolo dell'eliminacode  e torno.

Baci tanti, a tutti.
E grazie, davvero, per la paziente e calorosa ed affettuosa attesa :-*

mercoledì 11 ottobre 2017

MEMENTO 55

Ricordati di scrivere il post.

Non "un", "il".
Non maiuscolo, minuscolo.
Scripta manent ma non esagerare, su.





mercoledì 1 febbraio 2017

NOI SIAMO PICCOLI MA CRESCEREMO

E allora virgola, ce la faremo!

A questo punto, mi sento di metterci un "forse".
O forse sarebbe meglio un "punto interrogativo"?

E allora virgola, ce la faremo?

BAH!
Al momento ho delle perplessità, condite con una vaga sensazione di disillusione in salsa chitemmuort.

Siamo animali sociali,si: cerchiamo la compagnia, l'appartenenza, l'identificazione, la rappresentanza.
Siamo animali sociali, si: soffriamo l'esclusione, la discriminazione, l'isolamento.

Ed é così che dall'asilo, al catechismo, alla compagnia della scuola, all'azione cattolica, alla squadra sfigata con cui ci si ostina a perdere ogni torneo,  al coro della chiesa, alla band scalcinata che non tiene il tempo manco per sbaglio, all'università, all'associazione professionale, all'equipe di lavoro, alla folta schiera di friggitori di patane della proloco,
finché morte non ci separi,
il miglior modo che troviamo per esorcizzare la nostra esclusione e sentirci parte di qualcosa di forte è escludere qualcun altro ed aizzargli contro il gruppo?

Bravi! I miei più vivi complimenti!




sabato 10 dicembre 2016

A TUTTA RANDA

Sul grande mare del mondo del lavoro c'è bonaccia.
Soffiando sulla vela (è la tenda del salotto si, è quella!)
destreggiandosi tra squali e pirati,  è già difficile approdare su un isolotto sperduto e strappare un caffé, un sorso d'acqua e un colloquio.
E solo Nettuno sa quanto sia difficile arrivare in queste condizioni col tailleur ancora in ordine, la piega a posto e il mascara che non cola.

Però però però
SE
dopo aver doppiato il capo di  buonasperanza, sfidato i 40 ruggenti, i 50 urlanti e i 60 stridenti
mi ritrovo difronte a uno
CHE
gomito bel saldo davanti al suo ombelico,a mano tesa, ondeggiando a destra e sinistra l'avambraccio mi dice (e mi ripete più volte, casomai non fosse chiaro, sai, alle volte, l'ambiguità del linguaggio del corpo)
"Signorina, quello di cui parliamo è un ambiente complicato,difficile, ostico a tratti.
Lei ha le capacità di tenere la barra dritta?
Lei pensa di avere la forza di tenere la barra dritta?"
ALLORA
devo dire che io sono una signora (signorina a chi?...signorina a soreta) e in questo specchio di palude salmastra non scendo: faccio spallucce, reclino un po' il capo, faccio una smorfia di sufficienza e taccio.
MA
se c'è una cosa che so fare è pensare, e sono veloce.
ANCHE SE
quello che ti direi è ch'io posso metterci tutta la buona volontà, l'attitudine, il talento, l'esperienza, l'impegno et similia
MA
non posso dare garanzie sul risultato
PERCHE
una cosa è certa: la barra non è mia.

E comunque continuiamo ad essere a Frittole, 1400 quasi 1500.



lunedì 16 marzo 2015

8 MARZO + 5

Milano, Interno giorno.Fiera.
"fa' la cosa giusta" 

E riuscire a farla non è cosa da poco perché se non sei l'espositore ma devi esporre su invito...

SUSPENCE
non sanno come farti entrare!
Tu l'invito ce l'hai  e te l'hanno mandato loro da smappo (smappoooo?!?!),
con tanto di email di conferma e paciocco a quadrettini cosìfaiilriconoscimentodigitaleenonstampicheèpeccatomortaleepoicheccazzoseiafalacosagiusta
ma loro, detto invito, non sanno a chi devi mostrarlo. 

IL VIAGGIO DELL'EROE
La Cincia non si scoraggia e doppia col sorriso l'omino disarmato e disarmante posto a guardia dell'ingresso. 
Armata di borsa a tracolla, carica di volantini, brandendo una bacheca piena di maschere decorate guadagna il piano della reception 
(rigorosamente a piedi perché gli ascensori non li hanno messi in funzione)
e lì cominciano le sue personali, ma non solitarie, peripezie: 
dai tornelli alla cassa e ritorno, dalla cassa alla cassa-inviti, dalla cassa-inviti ai tornelli.

LA META
La Cincia arriva, un po' sconvolta ma felice, allo stand dove ad accoglierla ci sono le sue compagne di avventura che prima di lei (grazie, c'avevano il cartellino rosso "espositore") avevano conquistato l'agognata meta. 
Abbracci, sorrisi, baci. La gioia di vedersi e di conoscersi perché si, apparteniamo tutte alla stessa famiglia ma di specie diverse.

QUELLO CHE NON TI ASPETTI
Tra scolaresche, ragazzi bradi, insegnanti allucinate, integraliste vestite in modo improponibile che sgranocchiano estasiate cose che io faccio sinanche fatica a riconoscere come cibo,
come un miraggio chi ti vede passare la Cincia? un'amica.

Non la vedevo da tanto, dall' ultima cena in terrazzo dopo il saggio di teatro.
Bella come sempre, energica, luminosa.

Con l'entusiasmo di chi è uscita la mattina per cercare di reinventarsi la vita, le ho raccontato chi siamo, che cosa facciamo (ma anche un po' che cosa faremmo se ce lo facessero fare), che cosa vorrei fare io (visto com'è finita con quello che facevo prima) e come ci sono arrivata, etc etc etc.

E racconta tu che racconto anch'io mi ha raccontato anche lei.
Anche lei messa in condizione di andarsene, anche lei senza motivazione alcuna relativa al suo lavoro o al modo in cui lo svolgeva, anche lei esposta ai venti da un "superiore" latitante, pusillanime ed inconsistente.
"Esodata anche tu?" perché lei di anni ne ha 15 più di me e non basta essere giovani dentro e belle ed energiche fuori, carta (d'identità) in certi frangenti canta e canta forte!
In cerca di risposte, di dati, giusto per far due conti, si è rivolta a chi di dovere -il sindacato- che le ha così risposto:
"signora si faccia aiutare da suo marito!"

FINALE 
Perché noi vorremmo trovarci nella Milano dell'EXPO 2015, nella Milano della possibilità, nella Milano che si apre al mondo intero in nome di un'Italia che è culla della civiltà.

Ma la verità è che siamo a Frittole 1400 quasi 1500 e non ci resta che piangere! 











sabato 28 febbraio 2015

COME DIREBBE MIA NONNA

FEBBRAIO?!?  Curtu e malicavatu!!!

Ho resistito con tutte le mie forze, ho fatto appello all'empatia, all'amore e lì dove non bastasse anche al senso del dovere, ho schierato tutte le mi difese, ho stivato i viveri, ho affilato le armi.

Non c'è stato niente da fare.

Sono miseramente caduta, ho capitolato sotto gli attacchi ( e non vi dico che attacchi!!!) dell'influenza.
Si è insinuata strisciando, la zoccola, ha eroso piano piano tutte le mie risorse e poi BBBBUUUMMMM
è esplosa in tutta la sua potenza devastatrice.

Ci ho messo una settimana prima di potermi alzare dal letto.
Una settimana prima di poter fare il mio primo pranzo...riso in bianco e uovo alla coque.

Sono esausta.

E comunque, visti gli effetti, più ci penso e più mi sembra realistico...
mi sa che le mie nipoti le addestra l'isis.




martedì 2 dicembre 2014

MANNAGGIA LI PESCETTI

ho passato dieci minuti dieci a dare da mangiare ai pescetti virtuali
che amenamente sguazzano in fondo alla mia home page.

sono fighissimi.

tanto basta a dire quanto sono messa male!

lunedì 21 luglio 2014

QUALCUNO VOLO' S'UN CUCUZZOLO DEL CULO

Quel cucuzzolo del culo è lui!

Quel qualcuno sono io!

E niente,come si dice in questi casi?

e niente, appunto, stavo scendendo dal suddetto cucuzzolo del culo...un montarozzo conosciuto ed innocuo 

E NO (non per far la prevenuta nei vostri confronti ma permettetemi di giocare d'anticipo, perché alla centesima volta che te lo chiedono...)
 NO CHE NON LO AVEVO SOTTOVALUTATO
le avevo le scarpe da montagna 
(basse, porca di quella puttana, basse. 
basse come il cucuzzolo del culo di cui sopra.
basse e invece dovevo mettere quelle alte, alte come le cime dalle quali si sono uditi i miei porconi!!!)

E NO CHE NON ERO PIZZA
(avevo mangiato e bevuto come giustamente si fa in montagna per festeggiare il compleanno di un'amica ma non un goccio di sambuca di più!)

E niente, mi si è girata la caviglia.

Comunque...niente, sto bene.
Comunque...niente, l'ho presa bene.
Stortata, strinata, slogata, tutorata, scoglionata ma bene.


PS- Non avrei mai pensato di dirlo in vita mia ma è così:
Cincia potrebbe andar peggio, pensa che potrebbe esserci il sole!

martedì 8 gennaio 2013

CAPODANNO COL BOTTO

a occhio e croce saremo in 500
interno 1: cenone luculliano + duo folk-pop-"na risgrazia"
interno 2: cenone "ridotto"+disco+open bar
interno 3:bar
"mo sedetevi, ché dovete mangiare"
"scusi ci porta un'altra bottiglia di falanghina?"
1-2-1
"non ce la faccio più...ma c'è ancora un altro primo?"
"scusi ci porta un'altra bottiglia di falanghina?"
"si. e pure due secondi"
"u maronna...."
"scusi ci porta un'altra bottiglia di falanghina?"
1-2
"uéééééééé ma pure tu ci sei? da quanto tempooooo!!!tutt'a posto, si? e quando sei arrivata? e mo quando te ne vai?" avanti un altro!
1-2-1

-10, -9,-8,-7,-6,-5,-4,-3, -2, -1
AUGURIIIIIIII

il trenino nooooooooo
1-3-1-2

"io vado a ballare" " pure io"
"però mi fanno male i piedi...."
"pure a me...andiamoci a cambiare le scarpe!"
"le chiavi?!?"

ciao ciao ciao
auguri auguri auguri
baci baci baci
quando ci rivediamo? presto, si? si si, presto. ad agosto? forse, come sempre.
avanti un altro!


"ma quanto piangono ste ragazzine?!?"
"ma chi?"
"ma tra la veranda e il parcheggio ne ho viste almeno tre strapparsi i capelli in lacrime"
"piangeranno per amore..."
"non è amore, so 'e bicchieri"

ciao ciao ciao

auguri auguri auguri
baci baci baci
quando ci rivediamo? presto, si? si si, presto. ad agosto? forse,come sempre.
avanti un altro!



ma S. stava trombando sul tavolo con la fidanzata?
si! ma la fidanzata era collassata.
e nessuno lo ha fermato?
si, un suo amico gliel'ha detto"fermati. ti stai rendendo ridicolo".
....ah!


vabbé è ora...
ciao ciao ciao
auguri auguri auguri
baci baci baci
quando ci rivediamo? presto, si? si si, presto. ad agosto?forse, come sempre.


madonna che freddo...e aprila sta macchina.
ma che ora s'è fatta? le 5.30..."le chiavi?!?"

"le chiavi?!?"Chi ce le ha?"
"cosa?"
" le chiavi della macchina".
ah.


"ma la mia l'hanno aperta con un filo"
"che macchina era???"
"una seicento"
"...si, vabbuò!"


"Ma se torniamo domani mattina a mente fresca?"
"Nooooooooo la macchina mi serve!"
"Fresco? Fa un freddo della madonna!"
"Permettete, la macchina è mia e me la spacco io!"
Crick! PPPAAAAAAM CRASHHHHHHHHH

BUON ANNOOOOOOOO

(questa è, la verità!)












giovedì 15 novembre 2012

PIUTTOST CHE NIENT

Sai quando hai voglia di scrivere ma  non ci riesci?
No, non è ansia da prestazione.
No, non è ansia da foglio bianco.
La definirei ansia da piombo.
Sai quando le tue dita schiacciano tasti che si materializzano a video in righe pesanti, ma pesanti, ma pesanti...
e siccome non ho voglia di ammorbarmi
e siccome non ho voglia di farvi andare in giro con le balle a strascico 
(che detto tra noi è anche pericolosetto)
e siccome resta il fatto che c'avevo voglia di scrivere

con leggerezza vi lascio questo
(loro sono fighissimi e divertententissimi. io ho deciso, li amo!)

mercoledì 29 agosto 2012

SE NON E' AMORE QUESTO...

Per tornare da voi ho preso:
un barchino ondeggiante fra 1.5m d'onda. Acqua a secchiate. Ho proseguito il viaggio infradiciata fino alle mutande (e non è un modo di dire!);
un barcone rimbalzante. Come compagno di viaggio un australiano con l'alhzeimer (gli altri erano tutti accappottati o vomitanti);
un pulmino impazzito. Ho rischiato svariati frontali  e svariate carambole con frotte di scooter con almeno due adulti e un bambino (rigorosamente senza casco, il bambino!);
due aerei due. Sono sopravvissuta con agio al pollo, al pesce ed al pancake al cioccolato (tutte e tre colazioni, servite rigorosamente random!)

amore a secchiate
paraculaggine q.b.